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I-Ching


L'I Ching (Yijing) è un antico sistema di saggezza cinese, spesso consultato per la divinazione oracolare. L'I Ching, che significa "Libro dei Mutamenti", consiste di 64 esagrammi di linee continue e spezzate. Un esagramma è determinato dal lancio tre volte di tre monete o 50 bastoncini di achillea. Ogni esagramma ha un significato, che deve essere interpretato. L'I Ching esprime un'intera filosofia basata sul concetto di un universo unificato e ciclico, in cui il futuro si sviluppa secondo leggi e numeri fissi. Non c'è "coincidenza" o "caso" ma causalità, il concetto di sincronicità di Carl G. Jung. Il lancio delle monete o dei bastoncini crea un evento sincrono con la ricerca di una guida. L'I Ching mostra cosa è possibile quando l'“Uomo Superiore” maturo è in armonia con il flusso dell'energia yinand-yang. I suoi simboli rivelano un alto codice morale, sociale e politico. L'I Ching non dà risposte definitive, ma costringe il ricercatore a cercare risposte dentro di sé. Riflette un momento nel tempo e mostra risultati probabili se vengono intraprese varie alternative. Come insegnante, istruisce l'allievo su come l'Uomo Superiore risponderebbe alle situazioni. Come i tarocchi, l'I Ching richiede un pensiero intuitivo e una consapevolezza del flusso e del flusso di energia in tutto l'universo. La fondazione dell'I Ching risale a migliaia di anni nella storia cinese, il prodotto evolutivo del pensiero che ha valutato la relazione dell'umanità con il tai chi, il Principio Universale. Gli esagrammi sono composti da due trigrammi che, secondo la tradizione, furono sviluppati dall'imperatore Fu-hsi (Fuxi) intorno al 2852 a.c. Le linee continue rappresentano lo yang, o energia maschile/attiva/creativa, e le linee spezzate rappresentano lo yin o energia femminile/passiva/ricettiva. Inizialmente, Fu-hsi sviluppò otto trigrammi che rappresentavano le otto componenti dell'universo: cielo, terra, tuono, acqua, montagna, legno e vento, fuoco, palude e lago. I trigrammi furono raddoppiati in 64 esagrammi nel 1143 a.c. circa. dal re Wen, uno dei fondatori della dinastia Chou (Zhou). Wen organizzò gli esagrammi e diede a ciascuno un nome e un testo riassuntivo di attributi e consigli. Un commento sul simbolismo e sul significato delle linee è stato aggiunto dal figlio del re, il duca di Chou. L'I Ching ispirò Lao Tzu (Laozi; 604-531 a.C.), che vi attinge nella scrittura del Tao te Ching, il testo centrale del taoismo. Anche Confucio (c. 551-c. 479) ne fu ispirato nei suoi ultimi anni e aggiunse 10 commenti, ora chiamati appendici delle dieci ali. L'I Ching non raggiunse l'Occidente fino al XIX secolo, quando fu tradotto da James Legge e Richard Wilhelm. La traduzione di Wilhelm, prima in tedesco e poi in inglese, include una prefazione di Jung, che ha visto l'I Ching come un modo per attingere all'inconscio collettivo attraverso la meditazione sui simboli. Gli esagrammi sono usati nei lavori magici come porte per la proiezione astrale.


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